Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Livio*
Narratori e lettori di storia in suspence. Una nota su Lucano e Livio
L’a. si sofferma sui passi lucanei in cui il poeta narrante e il lettore si collocano di fronte all’azione narrata come se non ne conoscessero l’esito e ne attendono con profonda partecipazione la conclusione. Considera l’inizio del XXXI libro liviano, evidenziandone le corrispondenze con Seneca, de ira II, 2, 3.
Seneca als Denker römischer Willenshaltung
elementi romani in S.; l’idea romana di perpetuità; relazione di Roma con la Grecia; S. come “pensatore romano”; la vita senecana come milizia filosofica; non sistematicità del pensiero senecano: la filosofia come insieme di praecepta; concezione senecana della vita e della morte; unità di pensiero ed azione in S.; la filosofia stoica si lega intimamente alla virtus romana; la morte di S.
Per luxum: uso e riuso di un nesso insolito
La presenza di una iunctura poco corrente, per luxum, nei prologhi di Sallustio (Iug. 1,4) e Livio (praef. 12) e in BRV 1, 3 conferma l’influenza di Sallustio su Livio e S., nonché l’uso di motivi intercambiabili nelle citazioni
Les echos liviens dans la “Phèdre” de Sénèque
parallelismi nel trattamento di questioni etiche nelle opere di Livio e di S.; corrispondenze terminologiche e loci communes; figura di Lucrezia anti-modello di Fedra
Duplex nefas, ferus spectator: spectacle and spectator in act 5 of Seneca’s Troades
il rapporto tra spettacolo e spettatori nel V atto di TRD è approfondito attraverso l’analisi del discorso del messaggero (carattere, funzione, modelli letterari); in S. l’utilizzo degli spettatori in funzione drammatica è influenzato da spinte culturali e filosofiche sapientemente intrecciate
Séneca y el discurso filosófico
la riflessione di S. sulle stile letterario e sulla cultura del tempo è sempre subordinata a una trattazione di tipo morale; l’uso dell’eloquentia da parte del sapiente, come di ogni altro bene indifferente, è finalizzato al conseguimento del bene supremo; i libri rappresentano un mezzo di scarsa importanza nella preparazione filosofica, che deve maturare attraverso la familiarità con il maestro e la riflessione interiore; praecepta (parte parenetica) e decreta (parte dottrinale) costituiscono i fondamenti e la struttura del discorso filosofico; utilizzo di un avversario fittizio e ricorso frequente all’anafora
L’accettazione della sconfitta. Pompeo e Scipione in Livio, V. Massimo, Seneca e Lucano
studio dell’episodio della fuga di Pompeo dopo Farsalo in Luc. VII; complessità, patetismo ed umanità del personaggio; confronto con il comportamento ben diverso di Scipione dopo i processi che lo avevano coinvolto; sua esemplarità in Liv. XXXVIII, 50-53, V.Max. V, 3, 2 e PST 86
Seneca e Cicerone
Il giudizio di S. su Cicerone è molto variegato e cerca di uscire dallo stereotipo del modello dell’oratoria; analisi dell’uso dell’epistolario ciceroniano in S.; S. come aemulator di Cicerone; il significato di Cicerone nella storia della filosofia romana; le valutazioni di S. sullo stile di Cicerone; la complessiva lealtà ed obiettività del giudizio di S. è dimostrata anche dal riconoscimento delle diversità del progetto stilistico e letterario di Cicerone.
Alexandre le Grand vu par Sénèque le Philosophe et par Tite-Live
la figura di Alessandro Magno in S. e Livio
Le discours de Ti. Sempronius Gracchus père en faveur de Scipion l’Asiatique (Tite-Live, XXXVIII, 56)
l’intervento di Ti. Gracco a difesa di Lucio Scipione in Liv. XXXVIII, 56 e V.Max. IV, 1, 6; il contributo offerto da BRV 17, 6 e PLB 14, 4 alla comprensione storica dei fatti è minimo